Renato Mazzoncini
- Green Economy

Renato Mazzoncini (A2A): il grande potenziale delle rinnovabili e gli ostacoli da superare nel prossimo futuro

“È ora di accelerare nella transizione energetica: ormai ci sono le condizioni per coniugare sviluppo sostenibile ed economicità delle scelte”. Sono le parole di Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, attiva su base nazionale nei settori ambiente, energia, calore, ciclo idrico, reti e tecnologie per le smart city. “Solo qualche mese fa chi ipotizzava come target CO2 zero al 2050 veniva considerato come un matto, oggi invece sono in tanti a indicarlo come obiettivo”, ha sottolineato il manager. A2A vanta un fatturato di 7,32 miliardi ed è un player di primo piano nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda la green economy.
Negli ultimi anni non è solo cresciuta la sensibilità di tutti verso i temi legati alla sostenibilità, ma la pandemia in particolare ha riportato sotto i riflettori la necessità di trovare un equilibrio tra attività umane e tutela dell’ambiente. “Per arrivare a quel traguardo tra 30 anni occorre agire subito”, specifica Renato Mazzoncini, “arrivando a una riduzione delle emissioni di gas a effetto del 50-55%, ben più del 40% che costituisce l’attuale target”.
Per agire in quest’ottica ci sono diversi elementi da tenere ben in considerazione: “L’ostacolo principale allo sviluppo del settore è dato da ‘madre natura’. Tanto il vento quanto il sole non sono sempre disponibili, per cui occorre stoccare l’energia prodotta e questo ha un costo che, per quanto crollato da 1.100 a 100 dollari nel giro di dieci anni, resta ancora poco competitivo”, ha spiegato l’AD di A2A. C’è inoltre da fare i conti con le lungaggini della nostra burocrazia: il processo autorizzativo per avviare un impianto di produzione energetica è lungo e complesso.
Investire anche sul versante idrico è cruciale in questo momento storico, secondo Renato Mazzoncini, un settore dalle grandi potenzialità. Gli impianti sono vecchi e portano ad ingenti perdite, Utilitalia stima che servono almeno 30 miliardi di euro per rimettere in sesto la situazione. Con l’attivazione del Recovery Fund potremmo essere giunti finalmente al punto di svolta: “Presto l’Italia potrà contare su risorse comunitarie per effettuare investimenti di ammodernamento del Paese. È un’occasione da non lasciarsi sfuggire”.
È proprio sul fronte idrico che la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e aziende potrebbe essere più efficace, dando vita a un importante scambio di competenze e risorse.

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