Gas verso l’Italia e la Ue. L’audizione al Senato
“Abbiamo parlato della strategia in Egitto come fulcro e come parte dell’hub del Mediterraneo dell’Est grazie alle sue infrastrutture e alle sue grandi scoperte, con la possibilità di accogliere e legare insieme le scoperte israeliane e quelle cipriote” e di “avere un export verso l’Italia e l’Europa”, per il momento “solo per nave”.
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha descritto così ai giornalisti gli scenari tracciati nel corso dell’audizione svolta oggi presso la commissione Esteri del Senato, alla quale il manager ha assicurato che il ruolo dell’Italia può crescere “perché abbiamo le infrastrutture e gli stoccaggi, abbiamo una capacità in eccesso, circa 100 mld mc di gas e ne usiamo 65 mld mc e quindi si può esportare con un reverse flow verso la Svizzera, l’Austria e la Germania”.L’Egitto, per parte sua, “sta passando attraverso una nuova giovinezza e inoltre ha le strutture”, un aspetto “importante” giacché “permette di ridurre gli investimenti e di crescere più rapidamente”, ha detto Descalzi, convinto che il recente raddoppio del Canale di Suez “potrebbe comportare un possibile beneficio per il gas che viene dal Mozambico e quindi una maggiore facilità di passaggio e di trasporto in termini di velocità”.
Quanto ad eventuali partner per le attività Eni nel Paese arabo, Claudio Descalzi è rimasto cauto: “Bisogna capire quale partner e quando, ora la priorità per noi è riuscire a finalizzare il progetto, farlo approvare e partire, le altre cose le vedremo dopo, non sono così impellenti e necessarie”.
Interpellato infine sulle indiscrezioni di stampa secondo cui la diplomazia Usa avrebbe messo in guardia alcuni Governi e major contro un ritorno in Iran prima che l’embargo sia scaduto, l’a.d. Eni ha assicurato che “non è mai arrivato un monito dalla Casa Bianca per l’Iran”. Tutte le attività con Teheran, ha aggiunto, “sono state quelle relative ai vecchi progetti per recuperare i nostri crediti, sono sempre state condivise e hanno ottenuto l’approvazione delle autorità italiane, europee e statunitensi”.
FONTE: Quotidiano Energia