Da Londra continuano ad arrivare promesse sempre più ambiziose in campo climatico. Il piano di Johnson in merito alla riduzione delle emissioni era una diminuzione del 68% entro fine 2030, un’asticella già più alta degli obiettivi europei. Ma adesso la percentuale aumenta ulteriormente con una previsione della riduzione delle emissioni del 78% entro il 2035. Se da un lato la notizia stupisce, d’altro canto la società si mostra molto scettica, dopo aver assistito a promesse non mantenute in passato.
Johnson ha proclamato le sue intensioni due giorni prima del Leaders Summit sul clima organizzato da Joe Biden, con gli scienziati che affiancano il governo in materia climatica e che formano il Climate Change Committee.
Ma le novità non riguardano soltanto l’inquinamento atmosferico. Il Regno Unito ha inserito nel proprio carbon budget (che va dal 2033 al 2037) anche le emissioni dell’aviazione e del trasporto marittimo, rendendo quello britannico uno degli obiettivi climatici più ambiziosi su scala mondiale.
“Vogliamo puntare sempre più in alto sulla tutela del clima e per questo abbiamo stabilito i tagli alle emissioni più ambiziosi al mondo”, ha spiegato Johnson, sottolineando che a beneficiare di questi maxi-tagli non sarà soltanto l’ambiente, ma anche l’economia britannica, improntata sull’innovazione e su nuovi investimenti.
L’annuncio del premier, che coincide con il summit virtuale sull’emergenza clima organizzato per giovedì dal presidente americano Joe Biden, posiziona la Gran Bretagna al primo posto a livello globale nella lotta contro l’effetto serra.
Non sarà facile, poiché è previsto un boom di emissioni nocive nel mondo al termine della pandemia e con la ripresa dell’economia. Potrebbe essere il secondo aumento di emissioni più alto della storia, a causa dell’uso del carbone per la generazione di energia elettrica, soprattutto in Asia e negli Stati Uniti.
Proprio per questo, Johnson afferma di voler “continuare ad alzare il livello per affrontare il cambiamento climatico, ed è per questo che ci stiamo ponendo l’obiettivo più ambizioso al mondo di riduzione delle emissioni”. Il segretario di Stato per gli affari economici, l’energia e la strategia industriale del Regno Unito, Kwasi Kwarteng ha aggiunto: “Il Regno Unito è leader mondiale nell’affrontare il cambiamento climatico e l’annuncio di oggi significa che il nostro futuro a basse emissioni di carbonio è ora in vista”.
Ma il mondo ecologista sembra diffidente, e attenderà l’effettiva messa in atto di queste importanti promesse. Si richiede un’azione decisa, non soltanto parole.
Anche secondo la deputata Caroline Lucas, il vero problema è “l’incapacità del governo di affrontare ciò che sta guidando la crisi climatica: un sistema economico obsoleto e sfruttatore che tratta il nostro pianeta e il mondo naturale come periferico alle nostre vite e, peggio, sacrificabile”. Pertanto bisogna “mettere la salute e il benessere delle persone e del pianeta al di sopra del profitto e della crescita a breve termine”.
Ulteriori dubbi riguardano la copertura economica. Nulla è stato dichiarato sulle misure economiche necessarie per attuare il piano della riduzione delle emissioni. Si spera che questo non sia un brutto segno sulle reali intenzioni del governo rispetto a promesse così grandi.