La sostenibilità è una priorità per le aziende europee, ma mancano ancora le risorse e le competenze per raggiungere gli obiettivi ESG. Questo è quanto emerge da un’analisi condotta da Interzero, principale fornitore europeo di servizi di economia circolare, con circa 250 top manager di aziende attive in 6 paesi europei, tra cui l’Italia.
Secondo lo studio, il 76% delle aziende vuole adottare iniziative di sostenibilità nei prossimi 3 anni, investendo più che nel triennio appena trascorso (68%). Tuttavia, solo 4 su 10 hanno un team dedicato a questo scopo, mentre 6 su 10 devono ancora organizzarsi per affrontare le sfide ambientali. Tra le azioni previste, la più diffusa è quella di rendere più efficiente il processo di smaltimento dei rifiuti (82% dei manager).
Le motivazioni che spingono le aziende a investire in sostenibilità sono diverse. Tra queste, spiccano gli aspetti reputazionali (75,3% delle preferenze) e quelli legati all’aspettativa dei propri clienti (73,2%). Inoltre, il 66% dei manager riconosce che le iniziative di sostenibilità possono generare valore per il business, anche se le risposte sono ancora polarizzate e molti non vedono un impatto immediato.
I settori più propensi a intraprendere iniziative di sostenibilità sono quelli dell’elettronica (82% dei manager) e dell’agroalimentare (81%). Invece, i settori più indietro sono quelli del retail, della logistica (62,5%) e dell’edilizia (66%). Per quanto riguarda il budget, il 41,8% delle aziende investirà fino a 150 mila euro nei prossimi 3 anni, il 53,9% oltre 150 mila euro e il 24% oltre 500 mila euro.
“La grande maggioranza del mercato si muove verso iniziative sempre più orientate sulle questioni ambientali, un dato importante e certamente positivo. Mancano ancora, tuttavia, alcuni interventi legislativi che possano aiutare ad attivare anche le aziende non interessate alla sostenibilità per motivi di business o indisponibilità di budget”, ha commentato Mario Bagna, Amministratore Delegato di Interzero Italy.