Gruppo Danieli
- Sostenibilità

La decarbonizzazione del settore siderurgico: le strategie di Gruppo Danieli

L’industria dell’acciaio rientra tra i settori strategici del Paese, con l’Italia che è la seconda manifattura d’Europa. Attualmente, il comparto è alle prese con una sfida epocale: continuare a produrre acciaio mettendo al primo posto il rispetto dell’ambiente e della salute. Gruppo Danieli, tra i maggiori produttori a livello mondiale di macchine e impianti per l’industria siderurgica, è l’esempio concreto di come riuscire a conciliare la produzione di acciaio con i più alti standard di sostenibilità. La chiave è la decarbonizzazione.

L’azienda con sede a Buttrio, in Friuli Venezia Giulia, ha sviluppato una tecnologia per la riduzione diretta del ferro. Depositando le palline di ossido di ferro all’interno di un reattore, l’ossido viene catturato e ciò che resta è soltanto il ferro, con un vantaggio importante dal punto di vista delle emissioni di CO2. Se un normale altoforno produce all’incirca 2 tonnellate di CO2 ogni tonnellata di acciaio, questo tipo di impianto consente di portare le emissioni di anidride carbonica a 0.2-0.3 tonnellate. Un valore che scende ulteriormente verso le 0.1 tonnellate se si utilizza l’idrogeno. Al momento, come evidenziato dal CEO di Gruppo Danieli, “nel mondo siamo in due a ottimizzare il gas metano per produrre il preridotto”. Negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, in Egitto e in Cina sono già sorti diversi impianti che utilizzano il preridotto.

L’altra via per la decarbonizzazione è quella del forno elettrico alimentato con rottame. Le acciaierie ABS, la divisione steelmaking di Gruppo Danieli, producono acciai speciali, come la vergella destinata all’industria automobilistica, utilizzando per il 95% della produzione rottame ferroso interamente proveniente da Italia e UE. Per l’ambiente, questo significa non dover riprodurre due volte la stessa quantità di materiale e quindi limitare le emissioni di CO2.

L’enorme attenzione che l’azienda ripone nei confronti dell’ambiente si evince anche dalla scelta di installare 8.500 pannelli fotovoltaici sui tetti degli impianti, di recuperare l’acqua piovana per reintegrarla nei processi produttivi e di piantare, già nel 2007, un bosco di 10.000 alberi di fianco all’acciaieria per favorire l’assorbimento di anidride carbonica.

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