Terna mette in campo oltre 21 miliardi di euro di investimenti, nei prossimi dieci anni, per accelerare il percorso di transizione energetica e decarbonizzazione del Paese, puntando al contempo a ridurre la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento estere. Ne ha parlato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo, in occasione della presentazione del Piano di Sviluppo 2023 illustrato insieme alla Presidente Valentina Bosetti, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Presidente di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), Stefano Besseghini.
Un Piano, ha dichiarato l’AD e DG, che “va rinnovato ogni due anni e interviene sull’intervallo temporale 2023-2032”: l’impegno per Terna si sviluppa su “dieci anni di investimenti per un volume complessivo di 21 miliardi di euro”. Gli interventi contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi stabiliti a livello europeo dal pacchetto di misure Fit-for-55: come evidenziato infatti da Stefano Donnarumma, la strategia “si caratterizza in primis per la volontà di Terna di abilitare il sistema a quelli che sono i target derivanti da Fit-for-55”, un obiettivo che pone il Paese davanti alla necessità di “circa 70 GW di nuova capacità produttiva rinnovabile”.
Il Piano di Sviluppo 2023 farà leva sulla componente tecnologica ad alto tasso di specializzazione che da sempre contraddistingue l’operatività di Terna. Ne è un esempio l’introduzione della rete “Hypergrid” basata su tecnologie di trasmissione dell’energia in corrente continua (HVDC, High Voltage Direct Current) per favorire il raggiungimento degli obiettivi di transizione e sicurezza energetica. A tal proposito, Stefano Donnarumma ha sottolineato come il Piano sia stato strutturato su “scelte tecnologiche che possano consentire questa abilitazione, contenendo i costi degli investimenti a beneficio degli utenti della rete”. Gli interventi previsti, ha aggiunto, presentano “efficienze sulla trasmissione elettrica che sono anche di quattro-cinque volte superiori a quelle precedenti. Questo si realizza grazie allo sfruttamento di corridoi esistenti e di dorsali esistenti, ma potenziandone la capacità con l’utilizzo di tecnologie ad alta tensione a corrente continua, che generalmente sono utilizzate per i collegamenti sottomarini e caratterizzeranno anche i collegamenti terrestri”.
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