Firmata l’intesa che prevede la trasformazione degli impianti in bioraffineria. Garantiti livelli occupazionali
L’Eni, guidata dall’Amministratore Delegato Claudio Descalzi, dice addio alla raffinazione del petrolio e annuncia la riconversione verde della fabbrica di Gela che diventerà una “bioraffineria” nel massimo rispetto dell’impatto ambientale. Ieri, al Mise, ministero dello Sviluppo Economico, è stato siglato l’accordo per un investimento di 2 miliardi e 200 milioni che prevede il mantenimento di tutti i posti di lavoro del diretto, compresi quelli dell’indotto della città del golfo. A Gela saranno mantenuti 710 lavoratori mentre altri 330 ruoteranno negli altri siti appartenenti al gruppo del colosso energetico. Con esattezza, 200 operatori Enimed viaggeranno nel globo mentre quelli della raffineria (130) saranno impiegati in tutta la penisola. Sarà destinato un miliardo e 800 milioni all’aumento della produzione di gas, tra on e off shore. Altri 400 milioni, equamente divisi, serviranno a finanziare la green raffineria e gli interventi di bonifica. Prevista anche la realizzazione di un grosso stoccaggio di carburante a basso costo, come il Gnl (Gas naturale liquefatto) e un impianto di trasformazione dei reflui. In sostanza, ieri al Mise, sono stati confermati quasi tutti i punti dell’accordo di massima siglato a luglio dove figurano una serie di misure di compensazione per il territorio e la richiesta di dichiarare il sito “Area di crisi complessa” per garantire una serie di sgravi fiscali alle imprese che investiranno a Gela. Tra le misure di compensazione, la fornitura di pannelli fotovoltaici al Comune di Gela, la progettazione e la realizzazione di nuove piazze all’interno del perimetro urbano, l’ampliamento del progetto salute anche ai non dipendenti della fabbrica, la riqualificazione del museo e la realizzazione di un nuovo pontile sbarcatoio, ma soprattutto un centro di formazione del personale Eni di tutt’Italia. Il Protocollo d’Intesa è stato firmato al Mise alla presenza del ministro Federica Guidi, del vice ministro Claudio De Vincenti, dall’Amministratore Delegato Claudio Descalzi, dal governatore Rosario Crocetta, del sindaco di Gela, Angelo Fasulo, il presidente della Raffineria di Gela, Claudio Zacchigna, Confindustria Sicilia, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali dei chimici e le Rsu. Il ministro Guidi ha ringraziato l’azienda guidata da Claudio Descalzi e i sindacati per la responsabilità dimostrata nella gestione di questa difficile vertenza “che si è conclusa – spiega il ministro – con un investimento strategico per la Sicilia, per il sistema energetico nazionale e per la difesa dei livelli occupazionale”. “Si è fatto il massimo – assicura il sindaco Fasulo – Gela diventa verde con il più grande impianto della nazione di bio-raffinazione. Una città che fa pace con l’ambiente e grazie agli interventi compensativi potrà investire per rilanciare l’attività portuale, museo, quartieri, e lo stesso progetto ciliegino con un supporto per la parte energetica”. Il premier Renzi esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto e gratitudine per il lavoro dell’AD dell’Eni Claudio Descalzi e del ministro per lo Sviluppo.
FONTE: Giornale di Sicilia
AUTORE: Luca Maganuco