- Sviluppo Sostenibile

Marco Patuano al Quotidiano dell’Università Bocconi: “Dobbiamo avere più fiducia nella transizione e nell’energia verde”

Il settore dell’energia è, oggi più che mai, tra i più complessi: è quindi sfidante strutturare un piano decennale per una grande azienda. Lo sa bene Marco Patuano, Presidente di A2A e alumnus Bocconi, che ha espresso il suo punto di vista sulla questione in un’intervista rilasciata a “Via Sarfatti 25”, il quotidiano dell’Ateneo milanese. Il manager ha parlato anche di transizione energetica: “Bisogna allungare l’orizzonte di pianificazione, utilizzando anche l’immaginazione se necessario, per mettersi nella condizione di cogliere i vantaggi che certamente ci saranno, anche se oggi possiamo solo intuirli”, ha commentato.

È importante abbandonare la mentalità che suggerisce di porsi in modo scettico verso i cambiamenti, notando più ciò che potremmo perdere rispetto ai vantaggi che potremmo ottenere: ad esempio ciò che riguarda la transizione energetica e la realizzazione di nuovi impianti per l’energia verde. Una pala eolica o un termovalorizzatore interessano i territori che li ospitano, per questo il dialogo con gli stakeholder locali diventa fondamentale per realizzare questo genere di opere. “Quando si parla di queste tecnologie, le persone hanno molte domande”, ha spiegato Marco Patuano. “Spesso sono spaventate perché non ne conoscono fino in fondo i risvolti. Ma se ci mettiamo nei panni di chi deve allocare capitali per effettuare gli investimenti, nessuna impresa può accettare tempi così lunghi per realizzare un’infrastruttura. Dobbiamo trovare quindi un equilibrio, nuove forme di scambio tra imprese e territorio”.

A2A, azienda italiana che ha scelto di essere unai Life Company, ha stanziato 16 miliardi di investimenti che in gran parte andranno nella produzione di energia da fonti rinnovabili. C’è un’area in equilibrio tra usi e consumi energetici, il Nord-America. L’Europa invece non ha fonti di energia autoctone, è povera di petrolio ed è priva di gas e uranio: difficile arrivare all’indipendenza dalle importazioni prima del 2050. Secondo Marco Patuano, l’obiettivo è “trovare un modo per farci meno male possibile per i prossimi 30-50 anni”. La tecnologia esiste, la questione invece si è spostata più sul piano politico: “Per trovare soluzioni comuni dobbiamo diventare davvero un’unione europea”.

Per maggiori informazioni:

https://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=24803