Si parla spesso di plastica e di come questa inquini i nostri mari. Per quanto questa si attesti al primo posto tra i nemici dell’oceano, ci sono in realtà altre sostanze molto inquinanti, come gli oli da cucina. Spesso si tende erroneamente a pensare che tutto ciò che è commestibile può essere semplicemente gettato nel lavandino o nello scarico del bagno di casa senza alcuna conseguenza sull’ambiente. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Un solo litro di olio esausto può arrivare a inquinare fino a 1.000 metri quadri di acqua, venendo a creare una sottile pellicola impermeabile che impedisce il passaggio di ossigeno, compromettendo quindi la flora e la fauna marina.
A cercare di sensibilizzare sulla questione ci pensano Marevivo, l’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente per la tutela dei mari, e RenOils, il consorzio senza scopo di lucro specializzato nel recupero e riciclo dell’olio esausto. Insieme hanno infatti dato vita a una campagna: la Save the sea Recycle cooking oil, che si rivolge soprattutto ai diportisti dei porti turistici e commerciali. Il progetto, che avrà durata pluriennale, partirà da metà maggio 2021 e, sulla pagina Facebook dedicata, sarà possibile seguire l’andamento della campagna e tenersi aggiornati.
Ennio Fano, il Presidente di RenOils, cerca di spiegare le motivazioni che hanno portato il consorzio a prendere parte al progetto: “Abbiamo fortemente voluto questo progetto per due aspetti fondamentali: quello ambientale perché l’olio alimentare esausto è riciclabile al 100% per la produzione di biodiesel, l’utilizzo in impianti di cogenerazione, la produzione di bio-lubrificanti; quello educativo perché ci permette di informare quante più persone sulla capacità dell’olio esausto di inquinare e sulla corretta gestione del rifiuto. La vera sfida per noi è proprio sensibilizzare le famiglie. La raccolta domestica, rispetto alla ristorazione e all’industria alimentare, è infatti quella che incide di più in termini di quantità di rifiuto e nello stesso tempo la più difficile da intercettare. Ringrazio Marevivo per aver scommesso con noi e creduto in questa campagna così come gli altri partner che hanno deciso di appoggiarci”.
Gettare l’olio esausto in mare non è quindi solo un gesto irresponsabile nei confronti della natura e della salvaguardia dell’ambiente, ma costituisce anche un enorme spreco di risorse. Se infatti venisse smaltito correttamente, venendo raccolto e poi portato alle isole ecologiche o presso le ditte specializzate, diventerebbe un’ottima materia prima da cui partire per una moltitudine di prodotti, come ad esempio lubrificanti e saponi, oltre al noto biodiesel. Da 100 kg di olio si possono ricavare circa 65 kg di lubrificante e 20 kg di biodiesel.
Il Direttore Generale di Marevivo, Carmen di Penta, ci tiene infine a sottolineare l’importanza di un’azione comune. “Questo progetto – dice – ci segnala nuovamente quanto sia importante il gioco di squadra nella gestione dei rifiuti e, di conseguenza, nella salvaguardia del mare. Tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte; i cittadini devono separare quanto più possibile i propri residui e disporne in maniera appropriata, mentre i consorzi come RenOils e le pubbliche istituzioni devono mettere a disposizione sistemi di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti. Solo così riusciremo a convertire i rifiuti in risorse, invertendo la corrente e salvando il mare, un bene necessario anche per la nostra sopravvivenza”.