Importante risultato per Quercus Assets Selection, che ha completato la raccolta di 150 milioni di Euro destinati a 3 fondi specializzati nelle energie rinnovabili Quercus Italian Wind, Quercus Italian Solar e Quercus European Renewables, lanciati all’inizio del 2016. Il progetto, come spiegato al quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 Ore dallo stesso CEO di Quercus, Diego Biasi, ha preso avvio circa un anno e mezzo fa, con l’obiettivo di collocarsi tra i primi tre fondi europei specializzati nel settore delle energie rinnovabili. Attualmente, Quercus può già vantare due fondi interamente investiti, per 200 mln di euro complessivi. La società, che dal 2015 può contare anche sull’esperienza manageriale dell’Ing. Vito Gamberale, Presidente di Quercus, ha un track record di 6 anni, con un annual dividend yield del 5% e ritorni del 8% per il fondo italiano e un annual dividend yield del 6% con un IRR del 9% per il fondo europeo.
Nella consapevolezza che il settore delle energie rinnovabili sia caratterizzato da notevole frammentazione, Gamberale sottolinea che vi siano ampie possibilità di portare a termine aggregazioni di impianti. Proprio con questa finalità, come già nel solare, Quercus creerà in Italia un’unica piattaforma per gli impianti eolici e, successivamente, farà altrettanto per quelli a biomassa e idroelettrici in Europa.
Dei 150 milioni raccolti nel 2016, Quercus ha già investito buona parte. La scorsa primavera, la società ha concluso un investimento nel settore solare in Italia che, in partnership finanziaria di Swiss Life, ha portato all’acquisizione degli impianti ceduti da Antin Investment Partners. Grazie all’operazione, gli investitori di Quercus potranno annunciare di un dividendo straordinario superiore al target di dividendo annuale previsto dal regolamento della società.
Quanto alla strategia futura, Quercus prevede l’acquisizione di impianti esistenti che abbiano un’attività minima consolidata di almeno tre anni, in modo da poter avere una ragionevole certezza sulle effettive potenzialità produttive. Grazie a questo aspetto e a tariffe definite attribuite ai singoli impianti, evidenzia Gamberale, le quote dei tre fondi possono essere collocate come high yield bond, completamente slegate dall’andamento dei mercati e legate invece ad asset “investment grade”.