“Ogni giorno andiamo al lavoro con due obiettivi in mente: condividere dell’ottimo caffè con i nostri amici e aiutare a rendere il mondo un posto migliore”.
50 anni fa nella città di Seattle – nello storico Pike Place Market – veniva aperto il primo Starbucks della storia e oggi con oltre 32 mila punti vendita in 80 paesi in tutto il mondo è diventato il primo torrefattore e rivenditore di caffè globale. Da qualche anno è possibile gustare un caffè Starbucks anche in Italia, a Milano dal 2018 e a Torino dal 2019.
Pochi giorni fa l’azienda ha reso noti gli obiettivi volti a ridurre, entro il 2030, le emissioni di CO2 e a preservare le risorse idriche utilizzate nella produzione del caffè. Commentando la decisione presa il Presidente e Amministratore Delegato di Starbucks, Kevin Johnson, ha dichiarato: “Crediamo nel guidare un cambiamento reale e incoraggiare altre organizzazioni a unirsi a noi in questo necessario sforzo per l’umanità”.
“Mentre festeggiamo i 50 anni di Starbucks, stiamo cercando nuovi modi per poter reinventare il futuro e continuare a ispirare e nutrire lo spirito umano”, ha dichiarato Michelle Burns, vicepresidente senior di Global Coffee, Tea and Cocoa di Starbucks. “Per gli agricoltori e le loro comunità sappiamo che è fondamentale lavorare insieme per affrontare le sfide associate al cambiamento climatico che sta rendendo sempre più difficile la coltivazione di caffè di alta qualità. Riducendo le emissioni di carbonio e conservando l’acqua, possiamo aiutare gli agricoltori a essere più produttivi contribuendo anche a un pianeta migliore e a portare il caffè ai clienti in modo sostenibile”.
Le strategie di Starbucks per un caffè green comprendono:
- La riduzione delle emissioni di CO2 a partire dalla supply chain fornendo agli agricoltori alcuni strumenti agronomi di precisione. Il Farmer Support Center e l’app mobile permettono di scansionare il suolo e utilizzare di conseguenza i nutrienti e fertilizzanti più adatti.
- La diffusione di varietà arboree resistenti al clima che permette agli agricoltori di coltivare una maggior quantità di caffè sulla stessa superficie di terreno, riducendo così le emissioni.
- La tutela e il ripristino delle foreste a rischio, iniziando dal Perù e dalla Colombia.
Invece, per quanto riguarda la conservazione del 50% delle risorse idriche l’azienda statunitense si impegnerà a:
- Investire in nuovi eco-mulini per le fattorie C.A.F.E. (Coffee and Farmer Equity) Practices.
- Investire per migliorare le attuali tecnologie e macchinari utilizzati per il trattamento dell’acqua.
- Sviluppare progetti per l’approvigionamento delle risorse idriche nelle comunità del caffè.
Starbucks ha inoltre aderito all’iniziativa Science Based Target (SBTi) che aiuta le aziende a stabilire gli obiettivi giusti per limitare gli effetti del cambiamento climatico e garantire che la propria Climate Action rispetti i target scientifici.
“Un modello forte per la leadership climatica aziendale; Starbucks ha sviluppato obiettivi chiari e ambiziosi che danno la priorità alla sostenibilità, partendo dall’agricoltore e arrivando al cliente”, ha affermato il Dott. M. Sanjayan, CEO di Conservation International. “In modo altrettanto significativo sta sostenendo questi impegni con azioni immediate per ridurre il proprio impatto e investire nella natura. Incoraggio altre aziende a seguire un percorso simile. Fa bene agli affari, fa bene alle persone ed è essenziale per il nostro clima”.